Tutti noi amiamo leggere un libro che non abbiamo mai letto prima e siamo desiderosi di raccogliere tutte le informazioni in esso contenute. Dopo aver ottenuto tali informazioni, la nostra curiosità si interrompe.
Questa è la metodologia di studio che prevale nella maggioranza dei lettori, nonostante siano grandi personalità nei loro rispettivi campi, e sono rispettati da persone del loro stesso status sociale. In realtà, quasi tutti i lettori sono depositari di fatti e frasi pronunciate da altre persone. Ma questo non è studio. Lo studente deve leggere i fatti con una visione volta ad elaborare e creare, non con l’obiettivo di incamerare informazioni infruttuose. Gli studenti, come i satelliti, dovrebbero riflettere la luce che ricevono dall’autore, e non imprigionare i fatti e i pensieri come un magistrato imprigiona nel carcere i colpevoli!
Il pensiero fa progredire. Il pensiero dell’autore deve poter ispirare il lettore a fare progressi, sotto forma di analisi e sviluppo. Il miglior critico è colui che può mostrare ulteriori sviluppi di un pensiero antico; al contrario un semplice speculatore è il nemico del pensiero progressivo e di conseguenza anche della natura. Il critico afferma: ‘’Iniziate il nuovo, perché il vecchio non risponde alle domande del presente. Bruciate il vecchio autore, il suo tempo è ormai trascorso.’’ Tali espressioni sono di certo superficiali. Il progresso è certamente la legge della natura e con il passaggio del tempo sono necessari aggiustamenti e sviluppi, e progresso qui significa andare avanti o elevarsi verso l’alto.
Se seguiamo i nostri sciocchi critici, saremo costretti a ritornare indietro e creare una nuova razza e, quando saremo retrocessi, emergerà un altro critico con il suo pensiero dicendo: ‘’Iniziamo una nuova via, abbiamo preso la strada sbagliata!’’ In questo modo gli studiosi non ci permetteranno mai di percorrere l’intera strada e vedere cosa c’è oltre. In questo modo il pensatore superficiale e il lettore improduttivo sono due grandi nemici dell’avanzamento o del progresso. Dobbiamo ignorarli.
Il vero pensatore critico, viceversa, ci consiglia di preservare ciò che abbiamo già ottenuto, e reindirizzare la nostra strada a partire dal punto che abbiamo raggiunto grazie alla forza del nostro progresso. Egli non ci consiglierà mai di retrocedere al punto di partenza, poiché sa con esattezza che sarebbe una infruttuosa perdita del nostro prezioso tempo e sforzo. Lui aggiusterà l’angolazione della via partendo dal punto in cui siamo già arrivati. Questa è anche la caratteristica dello studente produttivo. Leggerà un vecchio autore e individuerà la sua posizione esatta sulla via del progresso del pensiero. Non proporrà mai di bruciare un libro che contiene pensieri inutili, perché nessun pensiero è inutile. I pensieri sono i mezzi tramite cui possiamo raggiungere i nostri obiettivi. Il lettore che denuncia un cattivo pensiero non sa che anche le strade sbagliate possono condurci sulla via del miglioramento e del cambiamento, verso una via corretta. I nostri pensieri sono le strade che ci conducono verso altri pensieri. In questo modo il lettore noterà che il pensiero oggetto di studio nel presente sarà il tramite per raggiungere un livello più avanzato nel domani. I pensieri saranno sempre una serie infinita di obiettivi e tramiti per il progresso dell’umanità
I grandi riformatori affermeranno sempre che non sono venuti per distruggere la vecchia legge, ma per migliorarla. Valmiki, Vyasa, Platone, Gesù, Maometto, Confucio e Chaitanya Mahaprabhu hanno sottoscritto questo fatto, sia espressamente o anche attraverso l’esempio della loro condotta.
I soggetti di studio della filosofia e della teologia sono come i picchi di montagne torreggianti e inaccessibili che invitano attenzione e investigazione. I pensatori e grandi speculatori delineano le loro osservazioni attraverso gli strumenti forniti dalla ragione e dalla coscienza, ma si rifanno a differenti punti di vista quando devono comporre i loro trattati. Questi argomenti sono posizioni incise nelle circostanze della loro vita sociale e filosofica, e sono differenti tra loro perché provengono da differenti parti del pianeta.
Platone osservò da Ovest la montagna della spiritualità, Vyasa invece fece le sue osservazioni da Est. Confucio osservò dall’estremo e Schlegel, Spinoza, Kant e Goethe dall’estremo Ovest. Le loro osservazioni furono espresse in tempi diversi e con differenti obiettivi, ma la conclusione è sempre la stessa, perché l’oggetto di osservazione era uno e lo stesso. Tutto loro ricercavano il Grande Spirito, l’Anima incondizionata dell’universo. Non hanno potuto fare altro che avere una percezione di esso. Le loro parole ed espressioni erano diverse, ma il significato è comune. Cercavano di trovare la religione assoluta e i loro sforzi sono stati coronati dal successo, perché Dio concede ai Suoi figli tutto quello che possiede, se essi desiderano ottenerlo. E’ necessario un cuore candido, generoso, pio e sacro per ascoltare la bellezza delle loro conclusioni.
Il vero critico è un giudice generoso, privo di pregiudizi e spirito settario, i grandi nemici della verità che cercheranno sempre di imbrogliarci facendo credere al ricercatore che la Verità Assoluta è solo nei suoi vecchi libri religiosi. Quale esempio migliore se non quello dei filosofi di Benares che non vedono alcuna verità nella fratellanza universale tra esseri umani e la figura di dio padre di tutti? I filosofi, che credono solo ai propri pensieri, non riescono a cogliere la bellezza della fede Cristiana. Il Modo in cui Gesù si rivolgeva a suo Padre non era altro che amore assoluto, e fino a quando i filosofi non adotteranno questo sistema di pensiero, saranno sempre privati della fede assoluta predicata dal Salvatore Occidentale. In modo simile, i Cristiani dovrebbero adottare il modo di pensare che hanno perseguito i Vedantisti, prima di poter amare le conclusioni dei filosofi. Il critico perciò, deve avere un’anima comprensiva, generosa, candida, imparziale ed empatica.
Il Bhagavatam, la scrittura rivelata dei Vaisnava, non concede ai suoi seguaci di chiedere nulla a Dio all’infuori dell’amore per Lui. Il regno del mondo, le bellezze, i paradisi locali, e la sovranità sul mondo materiale non sono mai stati oggetto delle preghiere del Vaisnava. Il Vaisnava prega umilmente e mestamente il Padre, il Maestro, Dio, l’Amico, l’Amato della nostra anima, sia consacrato il Tuo nome! Non Ti avvicino per avere qualcosa che ho già. Ho peccato contro di Te e Ti sollecito a perdonarmi. Possa la Tua santità toccare la mia anima e liberarmi dalla materia. Fa che il mio spirito sia devoto al Tuo servizio sacro reso con assoluto amore.
“Ti ho chiamato mio Dio, e che la mia anima possa essere sempre avvolta in ammirazione della Tua grandezza. Ti ho chiamato Maestro, e che la mia anima possa essere sempre fermamente devota al Tuo servizio. Ti ho chiamato caro Amico, e che la mia anima possa avere grande amore pieno di stima e rispetto per Te, non piena di timore e paura. Ti ho chiamato caro Amato, e che possa la mia natura essere in unione eterna con Te, amandoti sempre senza mai provare reverenza o animosità. Padre! Fa’ che io abbia la forza di raggiungerTi come Consorte della mia anima, così da riunirci attraverso un unico amore eterno! Pace al Mondo!’’
Lo spirito di questo testo va al di là degli onori dei grandi pensatori e insegnanti che hanno vissuto e che vivranno in altri paesi. Il Vaisnava è pronto a onorare tutti i grandi uomini senza distinzione di casta, perché tutti sono intrisi della potenza del Signore. Guardate come è universale il pensiero Vaisnava! Non è solo rivolto ad una certa classe di Hindu, ma è per l’umanità in generale, in qualsiasi paese e in qualsiasi società sia cresciuto.
In breve, il Vaisnavismo è l’Amore Assoluto che unisce tutta l’umanità all’infinito e incondizionato Dio Assoluto. Che la pace possa regnare per sempre in tutto l’universo, nel suo continuo sviluppo della purezza, con l’aiuto dei futuri eroi benedetti in accordo alle promesse del Bhagavata, con la potenza del Padre Supremo, il Creatore, il Sostenitore e l’Annientatore di tutte le cose in Cielo e in Terra.