Ciao sono Ivan, prima di parlarvi della realizzazione del Sè, mi piacerebbe presentarmi. Abito a Brugherio (MB) e fin da piccolo dalla mia finestra ho sempre visto volare sulla mia testa moltissimi aeroplani che decollavano da Linate e subito ho imparato a riconoscere le compagnie aeree dai colori delle loro luci. Inevitabilmente sono diventato un grande appassionato di viaggi. La prima volta che ho attraversato il confine, ero un ragazzino, in Svizzera e solo a varcare quella linea mi ha entusiasmato molto, mi sono commosso, ho sentito un brivido dentro che ho capito che quella non sarebbe stata la prima e unica volta. Poi visitai mezza Europa. Il mio primo volo d’oltreoceano è stato a 22 anni e da lì non ho più smesso di viaggiare. Un giorno d’estate incontro una ragazza al porto di Batangas nelle Filippine, ci conosciamo e passiamo tre-quattro giorni insieme e ogni volta al ristorante notai che non mangiava mai carne, così gli chiesi come mai e lei mi rispose semplicemente perché faceva yoga. Al mio rientro in Italia, un mio amico mi disse se volessi andare a fare yoga con lui in un locale a Milano gratis. Ho accettato subito e iniziai la mia prima esperienza di Kundalini, pulizia dei chakra, mantra ecc. ecc. Un mezzogiorno mi bussa la porta un devoto di Krsna e gli risposi che stavo giusto tornando a lavoro e non avevo tempo per lui. Insistette per darmi un libro e frettolosamente gli detti 5000 lire e posai il libro sul comodino senza mai sfogliarlo. L’anno dopo decisi di mollare il lavoro e di trasferirmi nelle Filippine dalla ragazza che avevo conosciuto l’anno prima e nella valigia misi la Bhagavad Gita, il libro che acquistai dal devoto alla porta. Appena arrivo in casa della ragazza, c’erano tutti i suoi familiari ad aspettarmi e appena aprii la valigia, tirai fuori il libro e lo posai sul tavolino e sentii un mormorio all’unisono: “Oh ma sei un devoto di Krsna?” Io a dir la verità non sapevo neanche chi fosse Krsna. Solo in quell’istante scoprii che tutta la sua famiglia era devota alla filosofia di Krsna e imparai la realizzazione del Sè. Sicuramente non è stata una coincidenza, era già tutto scritto, come in un miglior programma della mia vita. Vissi quattro anni nelle Filippine e andai anche a Siquijor, nell’isola magica a conoscere i guaritori filippini, ma non ho mai avuto un contatto diretto perché mi fermarono prima poiché erano solo dei furbi per attirare i turisti. Tornai in Italia con la ragazza che nel frattempo divenne mia moglie. Una volta in Italia, inizia a fare i ritiri yoga in Polonia, Ucraina e in Crimea per diversi anni, poi decisi di viaggiare, non più per il piacere di visitare, ma alla scoperta delle diverse religioni. In Tunisia incontrai una piccola comunità di sufi, dove andai in trance con loro uniti mano nella mano a recitare dei versi nella loro lingua, muovendo a tempo la testa ed il resto del corpo. Alla fine non sentii più la mia mascella, come se si fosse staccata dal corpo, una sensazione di allontanamento dal corpo terreno. Questa sensazione di non sentirmi il corpo mi era già successo in un ritiro in Polonia, grazie ad un devoto che praticava reiki e ci stava donando l’energia in gruppo. In quella circostanza, io avevo un braccio ingessato per un incidente d’auto e grazie alla sua forza energetica, non sentivo più il gesso e il mio braccio. Tra l’altro anche nella guarigione con Cannelle, quando appoggiai le mie mani su una donna da guarire, durante e alla fine della sessione non sentivo più la percezione delle mie mani. Visitai uno sciamano nel sud della Colombia e presi la loro medicina: l’Ayahuasca, una liana allucinogena, un viaggio extrasensoriale a 360′, le fronde degli alberi mi chiamavano a se, lasciandomi entrare nel mondo della foresta e della natura in generale, optando che tutto è vita e che tutto fa parte del cosmo e ogni pianta ha una vita come la nostra, come se ci fosse una società tra loro, non differente dal nostro modo di vivere. Nell’Amazzonia incontrai i Murui, un gruppo etnico che mambeano. Il mambè non è altro che foglie di coca macinate con lo jarumo, un’altra pianta incenerita e mischiata insieme. La usano per la purificazione del corpo e della mente. Ti senti veramente bene, forte, concentrato e fermo, ma è un procedimento più complesso perché dovresti continuare tutta la notte e verso tarda notte inizi a sentirti realizzato. Infine in Benin ho conosciuto il voodoo (vudù) andando a trovare un indovino e come potete immaginare aveva tutte le bamboline. Ognuna per uno scopo ben preciso. Mi ricordo, che ci tenevano tantissimo a dirmi di desiderare solo cose positive, ogni volta sottolineavano: ” mi raccomando pensa solo cose positive.” A febbraio 2018, in un incontro con il maestro Sirio, a Genova, ho conosciuto Cannelle, nella sua veste umile di ascoltatrice e praticante alle lezioni del maestro Sirio, come noi, semplici servitori a rendergli omaggio e a cantare le glorie del Divino. Da viaggiatore della Terra a viaggiatore dentro me stesso. Ivan