EBANO
Se dovessimo risvegliare tutti i ricordi nell’attimo stesso in cui veniamo al mondo, non saremmo in grado di gestire una quantità di informazioni tale da poterci letteralmente annientare: rimpianti, rimorsi, nodi da sciogliere, legami mancati, omicidi… e non solo… tutto questo esploderebbe nella nostra mente, col fragore di una bomba implacabile. Per questo, prima di incarnarci, accettiamo di sottostare all’Oblio della Memoria, permettendo solo all’Intuito dell’Anima di seguire la strada già fissata, al fine di un’evoluzione superiore. In questo cammino – più o meno lungo – chiamato “vita”, noi scegliamo anche le persone che trascorreranno, insieme a noi, un pezzo di strada, senza distinguere tra Luci e Ombre, poiché, da ovunque, possiamo trarre quell’insegnamento necessario alla nostra consapevolezza. Man mano che il tempo terreno passa, se decidiamo di accettare la voce interiore, riusciamo a portare a termine quella che è la nostra vera missione, quasi sempre legata al risanamento di ferite d’Amore, la Sorgente da cui tutto ha origine e verso cui ogni cosa termina, per ricominciare di nuovo, sebbene non in eterno per tutti: in base a quanto accettiamo la voce del cuore, infatti, acquisiamo levatura in dimensione, fino a diventare Immortali… se lo vogliamo. La legge del Libero Arbitrio Umano è la più inviolabile tra quelle Universali, la più difficile da controllare e da comprendere, nella sua concezione più sublime che è parte del Primordio.
Non ho mai accettato la mia diversità: sin da quando ero piccola, nella mia vita, sono accaduti fenomeni inspiegabili, dai quali ho cercato di fuggire, per paura di sentirmi emarginata dal pensiero comune. Nonostante i miei sforzi, mi sono trovata con le spalle al muro, di fronte ad un bivio: accettare quel Settimo Senso di cui il Cosmo mi ha fatto dono o evitarlo in eterno, con il rischio di ritrovarlo in altre vite, come condanna. Alla fine, ho accolto quella parte di me che nessuno sarà in grado di spiegare – se non io stessa, col tempo che mi sarà concesso e che dedicherò alla sua divulgazione – diventandone consapevole nella sua umana manifestazione: dopotutto, è su questo piano terreno che tutto ha luogo. È qui che abbiamo il compito di consegnare ciò che abbiamo appreso in altre dimensioni, fondendolo con ciò che è parte del pianeta e trasformandolo in Nuova Conoscenza futura. Parallelamente all’accettazione di me, il cammino che avevo scelto di intraprendere mi ha dato la possibilità di conoscere persone che, con la loro testimonianza di vita, mi hanno aiutata – spesso inconsapevolmente – a rimettermi sulla mia strada.
Ricordo quando ho iniziato il Master di Ipnosi Regressiva alle Vite Precedenti, diretto da Antonio Valmaggia: era marzo 2018, avevo appena traslocato ed ero reduce da un anno e mezzo durante il quale avevo divorziato, fatto sopprimere una mia cagnolina e una mia gatta, cercato casa, rogitato, ristrutturato, traslocato, curato un’anemia improvvisa, causata da ripetute metrorragie… Un periodo estenuante, da cui uscivo letteralmente a pezzi, priva di ogni speranza e prospettiva, disposta solo ad aggrapparmi a quei pochi appigli che la vita mi stava offrendo, non senza fatica da parte mia. Ascoltando la Voce dell’Anima, avevo scelto quel corso, quasi come ultima carta da giocare. Non avevo compreso che mi sarebbe stato d’aiuto, più di quanto immaginassi, né sapevo quanto si intersecasse in ciò che faceva già parte di me. Sono i casi della vita che, alla fine, non sono mai tali. E, in mezzo a tutta la gente che si assiepava in attesa dell’inizio, ho visto un volto.
Ho sempre sentito parlare di “karma” ma, solo da pochi anni, ne ho compreso il significato, quale risultato delle nostre azioni, non solo in questa vita. Raccogliamo ciò che seminiamo e attiriamo quello che è già parte della nostra anima. Nulla accade mai per caso e nemmeno gli incontri possono considerarsi come semplici incidenti di percorso: se vado a ritroso nel tempo della mia vita e collego ogni accadimento più significativo, scopro che chiunque sia stato messo sul mio cammino non ha mai avuto un ruolo passivo, bensì, sebbene, spesso, inconsciamente, mi indicava la strada. Così, anche in quel mese di marzo, in un periodo di grandi cambiamenti fuori e dentro di me, ho desiderato fortemente ritrovare me stessa, cercandomi con tutta la forza che mi restava nel cuore. Non avevo più nulla ma sapevo solo ciò che ero: una donna vissuta da sempre nell’arte, con una forte spiritualità. Ma avevo bisogno fi uno specchio nel quale riflettermi, per scoprire la nuova me.
Ebano… È la parola che è affiorata alla mia mente, quando ho scorto la figura di Cannelle. Ebano… con la sua preziosità che porta con sé il ricordo di un antico passato, fatto di intarsi del tempo e di eleganze nascoste dai secoli. Ebano, come la sua figura alta e misteriosa, avvolta in un vestito colore dell’oro, senza quella pomposità che tale riverbero potrebbe ostentare. Ebano. Forza e tenacia fuse nella dolcezza femminile che spiccava su tutti, quasi come un richiamo lontano. Quella voce gentile invitava gli allievi ad entrare e li accoglieva con un sorriso senza giudizio, così raro in questo mondo che distribuisce etichette come se fossero il vero pane quotidiano. Il magnetismo silenzioso di quella classe tipica di un’Anima Antica mi ha catturata nell’essenza, rievocando l’appartenenza ad un Primordio Universale, da cui tutti abbiamo tratto origine. Poi, durante la meditazione collettiva praticata da due gruppi divisi, ho percepito il dolce fluire dell’energia che sa, senza imporre. Nonostante la musica alta della stanza accanto, la voce di Cannelle entrava nelle mie molecole, placandole, e portandole verso il viaggio dentro me stessa che non mi avrebbe più lasciata. Strutturandosi in più weekend, pensavo che avrei rivisto quella figura regale anche in quelli successivi… ma così non è stato. Nonostante l’assenza, tuttavia, il mio pensiero correva al ricordo, senza comprenderne il perché. Solo in settembre dello stesso anno, dopo un’estate fatta di ulteriori riflessioni, avvicinamenti e allontanamenti, addii e nuovi inizi, inaspettatamente, Cannelle mi ha contattata.
Il motivo del contatto era legato ad un seminario che sarebbe slittato da settembre a ottobre 2018. Non ricordavo di quale evento si trattasse: dopo la ricezione della prima Newsletter, non vi erano più stati aggiornamenti. Così, col passare del tempo, mi ero completamente dimenticata del sito cui avevo aderito. Ma Cannelle mi ha cercata attraverso il mio profilo Facebook, avvertendomi della variazione; piacevolmente sorpresa, ho chiesto chiarimenti e ricevuto risposte relative ad una possibile collaborazione nell’arte canora, unitamente alla possibilità di scrivere per il sito. Ma non era tutto: mi veniva riferita anche la nuova data del seminario relativo alla Trasformazione dell’Energia Sessuale in Energia Dinamica. Per me, in terapia ormonale forzata, era più di un segno: era l’inizio di qualcosa che stava segnando un nuovo ciclo vitale nella mia esistenza. Il caso tornava ad essere più di una semplice coincidenza, tramutandosi in nuova realtà. E ora sono qui, mentre il tempo si compie e le ragioni di un incontro sembrano avvolte di quel sottile mistero tipico dell’inaspettato, quando la speranza sta crollando, di nuovo, e nessuno sembra ascoltare chi grida, nel silenzio, invocando la vita.
Sono sempre sorpresa da come tutto sembri avere un senso, solo dopo essere avvenuto. Seguo le tracce degli accadimenti e accolgo ciò che arriva, stavolta come dono umano: gli Angeli Terreni non sono diversi da chi crede di avere un’origine legata esclusivamente al pianeta; solo, non sanno gestire quell’innata ipersensibilità che li contraddistingue, spesso rendendoli incomprensibili agli occhi dei più. Grata al cammino che mi si pone di nuovo innanzi, rivolgo lo sguardo verso il futuro che si delinea in modo diverso da ciò che avevo prospettato a me stessa, attendendo la voce della Messaggera Terrena vestita d’oro, con un cuore di luce. Il canto che rivolgeremo agli annunci sarà un gentile passaggio che mi accingo ad intraprendere, insieme a quella mano che ha stretto la mia, mentre credevo di affogare ancora.
Ebano.
Paola Elena Ferri